Associazione Ligure Arrampicata

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mercoledì 14 ottobre 2015

VERDON autunno Inps...

Ancora noi, i vecchietti...
Siam tornati in Verdon, ormai tappa fissa primaverile e, appunto, autunnale.
Comincio subito con lo scusarmi, ancora una volta, col prode Alessio del possente (non come noi tapini) blog Liguria Verticale, che anche questa volta non è stato avvertito: ho deciso alla sera di venerdì! Chiedo perdono...
Questo piccolo report, per non scordar la storia dell'arrampicata e i suoi luoghi feticcio (meditate gente), beneficerà delle belle foto di GP, che ringrazio.
Il gruppetto si è dunque riunito sabato mattina a La Palud, colazione bis per me e poi via sulle creste.
Prima tappa, belvedere di Trescaire. Eccoci qui a ri-ammirare le linee dell'Eperon Sublime et alia, sempre impressionanti, come ha modo di notare la new entry Pino, giustamente un passo indietro!
Ciancio alle bande, come si dice, e poco molto dopo, con l'ambaradan di materiale come ai bei tempi, ci dirigiamo verso l'approccio, of course in staticona, ad una via recente (Pascal Faudou 2004) del settore Fenrir: Les deux doigts dans le nez, 160 metri (di dislivello), 6a+ massimo, dice la guida... Ma, altolà, eccoci in coda, dietro ad una coppia svizzera dell'età di mia figlia. Pazienza, beau fix ed ore di luce davanti a noi!
Li bombardiamo di informazioni, più o meno richieste, e poi ci - si fa per dire - lanciamo nella calata di oltre 160 metri. In realtà quasi con il sistema della pagliuzza truccata viene gettato GP verso il basso, però - nota high tech del 2000 - munito di radiolina, con cui può controllare la discesa. Vecchi ma furbi!
Io scendo per ultimo e uso il grigri, terribbbile per i primi 50 metri, poi una pacchia...
Eccomi qui nella parte finale della calata, a fianco del famoso primo tiro "d'antologia su gocce" di Fenrir...
Dopo un traverso su fisse, ora in buono stato, della "Via cordata des Cataractes", ci facciamo altra sostona alla base della via, su di una buona cengia, in attesa che le due cordate english che ci precedono avanzino un pochino, ammirando gli avvoltoi che ci volteggiano sopra la testa.
Poi più che prima, tocca a me. Il primo tiro è bastardo dentro, un grado più difficile dell'annunciato 6a+, sbilanciante, su roccia solo decente, appena appena ripulita: puah!
Per fortuna dal secondo dei cinque previsti le valutazioni son corrette, a patto di leggere alla perfezione la roccia... E almeno tre di noi usano gli occhiali, da lettura appunto, ma non ce li hanno! Il risultato è un mix di imprecazioni alla difficoltà, al chiodatore, conditi con inni alla bellezza della roccia finalmente doc, voletti e biditi svasi (non è vero), gocce e "bac" (zanconi alla francese): insomma la Scalata!
Ecco Andrea che veleggia oltre il crux del quarto tiro, 6a+ molto indecifrabile, ma assai bello.
Ed io, che "bac" in mano, mi permetto anche un sorriso, sull'ultimo tiro di 6a, tendente al +.
Sul plateau ci aspetta Pino, che col "giovane" e baldo Coco ha già recuperato staticone e roba varia lasciata all'inizio della calata. Ormai è sera e, come una volta, con relax ci spogliamo dai nostri armamentari da climber, magnamo e beviamo qualcosa nel rifornito furgone di GP....
 e facciamo due passi alla Carelle, dove si affaccia qualche turista affascinato dalle Gorges...
mentre poco piu in là si lancia nel vuoto un base jumper: questi qui trent'anni fa non esistevano!
Dopo una serata altrettanto tranquilla nel nostro solito snack favorito sulla piazza de La Palud, siamo pronti per il giorno due, nonché ultimo del nostro breve soggiorno.
GP si sveglia presto e immortala le nebbie magiche del mattino autunnale sul pianoro  provenzale.

Dopo colazione con maxi pain au chocolat (esclusiva del locale?), si ritorna a scalare: dura la vita! Io e GP ci facciamo (mi faccio...) traviare dai suggerimenti del grande Axel Franco, in loco con allievi, e cerchiamo di salire, o meglio percorrere, la "traversosissima" Crise de gouttes. Mal ce ne incolse, si potrebbe dire, per far i forbiti, perché il traverso - in discesa - principale della via è assai bagnato, almeno per noi (me...) che scaliamo per divertirci, come ho modo di verificare qui sotto, porca vacca!
Patience, usciamo per la contigua Free Tibet, più facile, senza dubbio meno bella, ma non male in ogni caso. Gli altri tre del gruppo si slanciano dalle parti della Dent d'Aire, su Gringo loco, 6a, battesimo del Verdon per Pino, e poi topropano la severa Sabra, 6c+ 1983!
Non ci resta che deliziarci con una merenda allo snack, dove ci facciamo immortalare, come di rito, dal gentilissimo proprietario. Eccoci sorridenti: Coco, Pino, Andrea, GP e lo scriba. Notate le piccole fette di "tarte tropezienne" davanti a Pino e a me: aiutano la dieta!
Ma questa storia non è del tutto a lieto fine, come capita in questo mondo agro-dolce...
Qui sotto vediamo Giuliana, la gentil consorte di GP, abbandonata a casa, con arto offeso, nel giorno del suo compleanno, col sol conforto della dolce Pallina, come sempre al suo fianco, non come quel mostro di suo marito, che ha "dovuto" andare in Verdon con gli amici!
 









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